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REPUBBLICA
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L'UNITA'
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2009-12-12
Il ministro Fitto rinviato a giudizio
Il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, è stato rinviato a giudizio per i reati di corruzione e illecito finanziamento ai partiti in concorso con l'imprenditore ed editore romano (di Libero e del Riformista) Giampaolo Angelucci, anch'egli rinviato oggi a giudizio. È stato prosciolto da vari altri reati tra i quali associazione per delinquere e concussione. Lo ha deciso poco fa il gup del tribunale di Bari Rosa Calia Di Pinto. I fatti si riferiscono al periodo in cui Fitto era presidente della Regione Puglia.
I reati di corruzione e di illecito finanziamento ai partiti contestati al ministro fanno riferimento a una presunta tangente di 500.000 euro che l'editore Angelucci avrebbe versato al partito di Fitto 'La Puglia prima di tutto' per ottenere - secondo l'accusa - nel 2004 l'aggiudicazione dell'appalto settennale da 198 milioni di euro per la gestione di undici Residenze sanitarie assistite (Rsa). Oltre che per i reati di corruzione e illecito finanziamento, Fitto è stato rinviato a giudizio per due contestazioni di abuso d'ufficio e per un peculato che avrebbe riguardato fondi riservati alla presidenza della Regione, tutti episodi minori nell'ambito dell'inchiesta. È stato prosciolto, oltre che dalle accuse di associazione per delinquere e concussione, da tre contestazioni di falso.
"L'impostazione accusatoria risulta demolita dalla sentenza del gup. Eliminata l'associazione per delinquere con 'copertura politica', eliminata la concussione, eliminati i falsi, ridimensionata fortemente l'ipotesi di corruzione alla sola fase finale (che è facile dimostrare essere inconsistente), il processo nei confronti di Raffaele Fitto può ritenersi polverizzato". Lo ha detto uno dei difensori di Fitto, Francesco Paolo Sisto, dopo la lettura del provvedimento del giudice di Bari. "Finalmente - ha sottolineato il legale - la presenza di un giudice terzo è servita a fare luce dopo il buio pesto della fase delle indagini".
11 dicembre 2009
Tutte le accuse dell'inchiesta
Il procedimento al termine del quale il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, è stato rinviato a giudizio per alcuni reati e prosciolto per altri riguarda una maxi inchiesta da 163 faldoni sulla gestione della sanità pugliese per fatti relativi al periodo tra il 1999 e il 2005, quando Fitto era governatore della Puglia. I reati contestati dalla procura si prescriveranno entro il 2012. Assieme a Fitto sono state rinviate a giudizio alcune delle altre 77 persone fisiche e giuridiche (per altre sette vi è stata sentenza di assoluzione con rito abbreviato) per le quali la procura aveva chiesto il processo.
La pubblica accusa contestava l'esistenza (esclusa oggi per Fitto) di un' associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati finalizzati ad assicurare alla società barese 'La Fiorita' le concessioni di servizi di pulizia, sanificazione ed ausiliariato da parte di enti pubblici e di Ausl pugliesi. Ciò - secondo l'accusa - per far conservare alla società una posizione di monopolio nel settore, per realizzare profitti illeciti e per gestire in modo clientelare numerosissimi posti di lavoro. A Fitto la procura contestava di aver offerto 'copertura politica' all'attività dell'associazione a capo della quale vi sarebbero stati Dario e Pietro Maniglia, proprietari della 'Fiorita', tra i rinviati a giudizio. A se stante è l'episodio di corruzione e di illecito finanziamento ai partiti contestato a Fitto e all'editore romano Giampaolo Angelucci.
Per questi fatti Angelucci, il 20 giugno 2006, fu posto agli arresti domiciliari per alcuni giorni e subì un sequestro di circa 55 milioni di euro; per Fitto, essendo frattanto divenuto parlamentare di Forza Italia, la magistratura barese chiese alla Camera l'autorizzazione a procedere all'arresto, richiesta che fu negata dall'Aula di Montecitorio. Tra le persone giuridiche rinviate oggi a giudizio vi sono società del gruppo Tosinvest (tra cui la cooperativa editoriale Libero, il Consorzio e la Fondazione San Raffaele e la Finanziaria Tosinvest) della famiglia Angelucci.
11 dicembre 2009
Fitto: "Fiducia in magistrati non politicizzati"
La decisione odierna del gup di Bari "dal punto di vista personale mi conforta enormemente e da cittadino italiano mi dà conferma che si può e si deve continuare ad avere fiducia nella stragrande maggioranza della magistratura italiana per sconfessare e isolare quella piccola parte di magistratura militante e politicizzata". Lo ha detto il ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, che in una nota parla di indagini segnate da "una spettacolarizzazione senza precedenti".
Secondo Fitto, "dopo otto anni di indagini, 150 mila intercettazioni telefoniche, una richiesta di arresto, una spettacolarizzazione senza precedenti, continui tentativi di infangare il mio onore e la mia persona, oggi crolla tutto come un castello di carta". "Vado a giudizio, a questo punto con assoluta serenità - conclude - per reati minori e sulla base di elementi probatori che lo stesso Gup definisce attualmente insufficienti".
11 dicembre 2009
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il SOLE 24 ORE
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2009-12-12
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